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CHIRURGIA IMPLANTO-PROTESICA

Gli impianti dentali osteointegrati sono pilastri artificiali fabbricati in titanio a forma di vite che sostituiscono le radici dei denti mancanti e che vengono fissate per avvitamento nelle ossa mascellari.

La osteointegrazione ha rivoluzionato la pianificazione dei casi protesici e in molti casi rappresenta la migliore soluzione perché consente di ricreare una situazione estetico-funzionale molto vicina a quella naturale.  La riabilitazione con impianti si è dimostrata robusta e duratura anche rispetto ad altre soluzioni protesiche tradizionali (ponti o protesi mobili).

Gli impianti dentali  una volta osteointegrati non sono suscettibili a carie ma risentono ugualmente della scarsa igiene orale.  Attorno agli impianti si possono sviluppare patologie (meglio conosciute come peri-implantite) paragonabili a quelle che si sviluppano nei tessuti di sostegno dei denti naturali. Sottoporsi ai controlli e sedute periodiche di igiene orale è parte integrante del trattamento implantare e garantisce il successo e la salute trattamento.

1. Pianificazione del trattamento implantare
Un corretto piano di cura richiede una previa valutazione clinica e radiografica quantitativa e qualitativa dell’osso a disposizione. E' necessario disporre di una buona radiografia panoramica dentale (Ortopantomografia- OPT) integrata con delle immagini radiografiche periapicali mirate sui denti ed eventuali sezioni tomografiche con l’obiettivo di raccogliere un insieme di informazioni atte a valutare in modo preciso la quantità di osso di supporto disponibile (sia in altezza che in spessore).

Per i casi più complessi, può essere necessario un esame TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) il cui risultato, fornito su CD-Rom, sarà poi da elaborare con un particolare software.

2. Fase di osteointegrazione
Una volta posizionati gli impianti nelle sedi ossee, i tempi di guarigione (osteointegrazione) necessari prima di passare alla successiva fase di riabilitazione protesica possono essere molto vari. In media occorrono 3-4 mesi per garantirne una buona osteointegrazione.

Di norma è meglio non fissare immediatamente i denti al di sopra di questi pilastri artificiali in titanio.  Il tempo di attesa può variare in base alle caratteristiche biologiche delle sedi implantari e alle condizioni funzionali dello specifico paziente. Lo sviluppo continuo della tecnologia di fabbricazione degli impianti e delle tecniche chirurgiche disponibili attualmente ci consente in molti casi di poter abbreviare i tempi della costruzione delle protesi sugli impianti senza rischi di fallimento.

Un esaustivo studio del caso è l'unico modo che abbiamo per valutare tali condizioni idonee  all'inserimento di impianti a carico immediato (denti subito). Gli impianti a carico immediato si possono fare ma non è mai possibile il proporli in sede di prima visita e tanto meno offrirle a tutti i pazienti in modo standardizzato.  Gli atti medici non possono essere mai interventi standardizzati e gli impianti dentali non ne sono la eccezione.  Gli impianti a carico immediato non sono un prodotto “da consegnare” ma una terapia da offrire soltanto in quei pazienti in cui si verificano i presupposti per una buona riuscita. Altrimenti i tempi di attesa, i disagi e il numero degli interventi aumenta in modo esponenziale.

3. Affidabilità del trattamento con impianti

Gli impianti dentali sono trattamenti con la più alta percentuale di successo in Odontoiatria. La Letteratura Scientifica Internazionale ha dimostrato una percentuale di successo a 5 anni che supera il 95% nel caso della mandibola e il 90% nel caso del mascellare superiore.

Gli impianti dentali in minima percentuale (5-10%) potrebbero non integrarsi con l’osso per un insieme di motivi ancora non tanto chiari ma sicuramente legati al processo biologico di osteo-integrazione.  Questo inconveniente non comporta alcuna sintomatologia dolorosa in quanto NON rappresenta un fenomeno di rigetto. Se l’impianto non attecchisce alla sede ossea va rimosso e riposizionato subito di nuovo. Di solito la percentuale di successo del nuovo intervento supera il 95% dei casi.

4. Stabilizzazione di protesi mobili con impianti e micro-impianti
Esistono tipologie implantari di diametro ridotto (micro-impianti) che possono essere posizionati facilmente anche in creste ossee particolarmente ridotte rendendo candidati a questo tipo di trattamento i pazienti molto anziani che necessitano stabilizzare le protesi rimovibili convenzionali (tipo dentiere o scheletrati).  Il trattamento con i micro-impianti richiede una singola seduta e non necessita di incisioni chirurgiche ne di suture.  Queste caratteristiche tecniche consentono che il paziente possa uscire dopo l'intervento con la sua protesi già stabilizzata sugli impianti.

5. Controindicazioni al trattamento implantare

L’età avanzata non è più considerata un limite al trattamento con impianti. Sono proprio i pazienti in età avanzata quelli che spesso godono dei maggiori benefici della stabilizzazione delle protesi mobili o della trasformazione di queste in una dentatura fissa. Durante l’adolescenza non è consigliato intervenire chirurgicamente per motivi di crescita.  Bisogna aspettare l'arresto della crescita ossea per poter posizionare gli impianti nelle loro sedi definitive. Questo non per motivi biologici (di osso e osteointegrazione) ma soprattutto per l'impossibilità di calcolare preventivamente i siti implantari definitivi una volta cessata la crescita.

I pazienti fumatori (oltre le 10 sigarette giornaliere) sono considerati soggetti a rischio di fallimento del processo di osteo-integrazione. Possono essere portatori di impianti orali ma dovrebbero comunque astenersi dal fumo per almeno una settimana prima e dopo l’intervento di implantologia. Hanno anche bisogno di una maggiore frequenza ai richiami di igiene professionale e di manutenzione delle loro protesi. Se l’abitudine al fumo non cambia, il rischio è quello di spendere inutilmente il proprio denaro. Sottoporsi ai controlli e alle sedute periodiche d’igiene orale è parte integrante del trattamento implantare.

I pazienti che sono in terapia con i bifosfonati non possono essere sottoposti a interventi di chirurgia implantare. Attualmente il meccanismo di azione di questi farmaci sembra interferire con i fenomeni legati all’osteointegrazione e sembra aumentare il rischio di gravi complicanze (necrosi ossee) dopo gli interventi di chirurgia orale.

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